A quanto pareva la pistola era perfettamente funzionante. Non sapeva se essere contento o meno di quella notizia: certo, da una parte avere un'arma in più male non gli avrebbe fatto. Dall'altra, il suo istinto in qualche modo gli suggeriva che, se tutto era a posto, ciò significava che avrebbe avuto a che fare con qualcosa contro cui la potenza di fuoco non gli sarebbe poi servita granché.
Non si dispiacque granché della porta che si chiudeva alle sue spalle: non vedeva alcun motivo per rimpiangere la stanzetta fetente che aveva appena lasciato, a maggior ragione visto che aveva portato con sé tutto il portabile. Un odore pungente lo colpì alle narici, un odore che conosceva fin troppo bene: l'odore di morte. Calando la lanterna vide che stava letteralmente camminando su un tappeto di cadaveri in decomposizione. Non si trattava di scene propriamente nuove per lui, abituato ai genocidi e alla pulizia etnica sia in Somalia che nei due Sudan, quindi riuscì a passare oltre con una certa freddezza. In fondo che differenza faceva, finire rosicchiato dai topi laggiù o in qualche catapecchia della periferia di Mogadiscio? Peggio non avrebbe potuto certamente andare. Fu allora che l'adorabile fanciulla si fece viva:
Le mie piccole?Chissà perché, il primo pensiero di Ahmir andò a qualche tipo di bestia o mostro. Forse quest'ultima definizione era più appropriata a definire la gentaglia che gli si parò davanti. Per un momento la situazione gli fece paura, doveva ammetterlo. Un conto era ritrovarsi sperduto in una giungla sconosciuta, armato fino ai denti contro un numero imprecisato di tizi altrettanto armati fino ai denti. Un altro paio di maniche era essere completamente solo contro quelle...
cose...
Si ricompose subito grazie alla secca ingiunzione di Black Centaurus. Probabilmente, per quanto si divertisse a fare l'aguzzina, anche lei sperava che Ahmir passasse la prova: la quantità industriale di cadaveri che infestava il terreno sembrava suggerire che in molti prima di lui l'avessero fallita, e certo l'affascinante fanciulla non avrebbe disegnato trovarsi finalmente di fronte ad un candidato serio. E Ahmir, dal canto suo, aveva tutte le intenzioni di non deluderla e accedere finalmente a quel potere che così insistentemente agognava.
Si strinse dunque le spalle, ritrovando la sua baldanza:
- Beh, per quanto mi alletti la prima opzione...credo che finirò per optare per la seconda. Vediamo di risvegliare questo pigrone di un cosmo, dunque! Ah, giusto per informazione: le pistole non servono solo per far fuoco, bella mia! -Lanciò teatralmente la pistola in aria, riprendendola al volo in modo da impugnarla dalla parte della canna. Non era sicuramente il caso di attirare altre presenze, come aveva saggiamente suggerito la sua adorabile aguzzina, ma c'era un piccolo particolare che effettivamente poteva non aver previsto: la pistola poteva rivelarsi un'arma notevole anche in mischia, grazie alla relativa facilità di manovrarla rispetto alla mole. Posò dunque a terra la lampada, in modo da avere almeno una mano libera, e si preparò a ricevere la prima nurse.
Questa si avventò su di lui con un balzo felino, puntando il suo bisturi dritto al cuore. Ahmir prontamente intercettò la lama con un il calcio della pistola, approfittandone per far rovinare a terra la tizia con una pronta spazzata delle gambe. Peccato che nel frattempo su di lui si fosse avventata un'altra mostriciattola, che prontamente gli procurò uno squarcio non indifferente al fianco.
Capendo di aver cominciato piuttosto male, Ahmir arretrò di qualche passo. Era stato abbastanza fortunato: il suo giubbotto aveva attutito in parte il taglio del bisturi, che comunque gli aveva procurato una lunga ferita da cui usciva copioso il sangue.
Ok, forse è il caso di fare meno lo sgargiante. Non potrò certo farcela da solo contro quindici di queste...cose, per quanto ad occhio e croce non brillino di acume, se continuo in questo modo!Provò dunque a concentrarsi, tentando di risvegliare questo stramaledettissimo cosmo. Se non ricordava male, a Giuba la dolcissima fanciulla l'aveva definito l'
energia spirituale dentro ogni essere vivente. Forse che avrebbe dovuto mettersi a meditare? Sì, certo, perché Black Centaurus sembrava proprio la tipa da meditazione, e le sue amichette proprio le tipe che glielo avrebbero comodamente concesso!
Metti da parte le corbellerie, Ahmir, non hai tutto il giorno per pensarci!Forse che quell'energia
spirituale fosse semplicemente qualcosa che andava oltre la fisicità? In poche parole, le motivazioni che lo spingevano a combattere? Beh, nel suo caso erano parecchio semplici: invidia, voglia di potere...e soprattutto passione per quel che aveva praticamente sempre fatto. Che bastasse incanalare sapientemente queste emozioni? Tentò di guardare alle tre arpie che si stavano avventando su di lui come a ciò che effettivamente erano, ovvero ostacoli sulla via del potere che tanto bramava. Sentì crescere una sana voglia di distruzione, un gelido odio spassionato nei loro confronti.
Si gettò a capofitto in avanti, verso la nurse centrale. Questa tentò un altro affondo al cuore, che Ahmir parò nuovamente bloccandolo con il calcio della pistola. Il contrattacco dell'ormai ex guerrigliero non si fece attendere, in forma di un bel calcione rotante diretto alla testa dell'arpia. Le altre due ne approfittarono per trafiggerlo. Riuscì a schivare il primo bisturi grazie al movimento discendente del busto conseguente al calcio verso l'altro, mentre il secondo lo beccò al braccio sinistro, incidendo abbastanza profondamente al suo interno.
Possibile che gli fosse sembrato di udire un mugolio di piacere da parte dell'arpia in questione? Trovavano per caso così eccitanti le fibre muscolari del suo braccio?
Il dolore per la ferita rischiò di fargli perdere l'equilibrio, ma alla fine riuscì ad indietreggiare ancora una volta. Era riuscito a colpire la nurse con un calcio in volto, ma non ci aveva guadagnato granché: ora le tizie che lo stavano brandendo erano addirittura cinque. E del famoso cosmo, nemmeno l'ombra.
Il taglio al fianco e quello al braccio sinistro facevano male. Dannatamente male. Si voltò per lanciare un'occhiata alla porta bianca: era vicina, dannazione, presto le arpie lo avrebbero messo all'angolo! Non c'era tempo da perdere.
Si avventò verso la tizia più vicina alla parete di sinistra, in modo da non avere il braccio ferito allo scoperto. A quanto pareva quelle miravano subito al cuore, quindi avrebbe finto di lasciarlo scoperto per poi sorprenderla con una ginocchiata che allontanasse lei e le sue compari, in modo da dargli sufficiente spazio per tentare un attacco
cosmico. Quando la tizia fu abbastanza vicina da rendere possibile la ginocchiata, Ahmir spiccò il balzo per tentarla...
...ma c'era qualcosa che non lo convinceva. Per un momento la nurse s'era leccata le labbra soddisfatta, proprio come se si fosse gioiosamente buttato fra le sue fauci. Questo particolare lo spinse a cercare con lo sguardo il bisturi e...mannaggia alla miseria, stava puntando la sua gola!
Gli ci volle una torsione del collo così acuta da sembrare innaturale per consentire all'affilato coltellino medico di sfiorare soltanto il suo prezioso collo, recidendolo di qualche millimetro. Ahmir ne approfittò e afferrò con forza il polso della nurse che reggeva il bisturi, proprio mentre il suo ginocchio impattava violentemente contro il ventre della donna. Anche in questo caso però si trattò di un semplice impatto, questo cosmo non dava proprio l'idea di volersi risvegliare.
La nefasta conseguenza fu che Ahmir cadde a terra, trascinando con sé la bella signorina. I due stavano ancora inscenando una prova di forza, con l'aspirante black che teneva stretto il polso della tipa, ma era chiaro che la cosa non poteva durare in eterno: le altre arpie, golose di una così fin troppo ghiotta occasione capitata loro sotto il naso, erano già pronte a scagliarsi su di lui per dividere definitivamente il suo corpo in quattordici pezzettini, roba da far invidia anche ad Osiride.
Ma Ahmir...beh, proprio non ci teneva a farsi un viaggio gratis lungo il Nilo, smembrato in pezzi. Con il polso della nurse ancora ben stretto, si assicurò di rotolare il più vicino possibile ad una delle sue compagne...e centrò in pieno la sua rotula con il bisturi della tizia a cui stava tenendo il polso, manovrando sapientemente il suo braccio! Le compagne subito si fecero sotto per vendicare l'affronto, ma Ahmir riuscì a sgattaiolare fra le gambe della nurse ferita, cavandosi momentaneamente dall'impiccio.
Ebbe giusto il tempo di rimettersi in piedi. Furenti per essere state giocate proprio sul più bello, le infermiere si erano lanciate all'attacco come un'orda barbarica. Non stavano più giocando, era chiaro, volevano semplicemente smembrarlo senza tanti complimenti.
Era ora. Ora o mai più. Avrebbe finalmente raggiunto il potere che tanto agognava, oppure sarebbe morto in quella topaia (nel senso letterale del termine). Non poteva scappare, e la porta bianca serrata alle sue spalle era molto emblematica in questo senso. Chiuse gli occhi per un istante, cercando di percepire al suo interno questa tanto sospirata forza. Aveva detto che non gliene fregava nulla di morire, ma era davvero così? Poteva davvero rinunciare a quel sommo potere così mestamente sfiorato, proprio ora che sembrava alla sua portata?
Sentì crescere dentro di sé una sorda rabbia. No, non era il caso di morire in un modo così trash...se non altro per non sentire la celestiale risata di Black Centaurus mentre si godeva un primo piano delle sue budella! E lo avrebbe dimostrato presto...visto che la prima nurse era molto vicina!
La tizia tentò il classico affondo, che Ahmir tentò di schivare per poi prenderla alle spalle...con successo. Quasi senza nemmeno rendersene conto, l'ex guerrigliero si trovò alle spalle della nurse, prontamente purgata prima da un colpo del calcio di pistola sulla nuca e poi da una stretta mortale, che in pochi secondi ebbe ragione del suo collo.
Il tutto era avvenuto così velocemente che nessuna delle pur vicinissime altre arpie aveva potuto muovere un muscolo. Possibile? Da quando in qua era così veloce? E così forte da poter spezzare un collo umano in pochi istanti?
Al diavolo le domande, ci sono riuscito! In qualche modo, questo maledetto Cosmo devo averlo risvegliato! E ora sotto con le altre...Tre carampane gli furono immediatamente addosso, ma ora stranamente i loro movimenti gli apparivano scandalosamente lenti, come se fossero sott'acqua. Si abbassò per evitare il bisturi della prima, per poi approfittare della sua posizione per sferrarle un uppercut così potente da sfondarle la mandibola, il palato e buona parte del cranio frontale. Nel frattempo la sua compare aveva tentato di approfittarne per trafiggergli il cuore, ma Ahmir aveva dapprima opposto la pistola, facendole volare via il bisturi, per poi trafiggerle lo stomaco con la canna dell'arma. Sarebbe morta lentamente fra mille convulsioni, avvelenata dai suoi stessi succhi gastrici. Il tempo di levare la pistola dallo stomaco della tizia che la terza si era già fatta sotto, mirando ai suoi occhi. Ahmir si abbassò leggermente e la prese per il polso, prolungando il suo movimento in modo da sbatterla contro le arpie più vicine per farle indietreggiare. Infine, con la terza assalitrice a terra, Ahmir le fu subito sopra e le sfondò senza troppi problemi il cuore con la canna della pistola.
Fuori quattro...In questa triplice esecuzione l'aveva avvertito chiaramente. Una strana sensazione di calore che lo pervadeva e lo faceva sentire stranamente bene, al di là del dolore fisico per le ferite subite e al di là della frustrazione per la sua situazione. Una sensazione di
potere. Una meravigliosa sensazione di potere. Ahmir non si era mai drogato in vita sua, ma ora credeva di capire cosa ci provasse di bello chi faceva uso di sostanze stupefacenti.
Altre cinque carampane si stavano avventando su di lui, furiose per la morte delle compagne. Ad Ahmir venne un'idea curiosa, in un lampo di creatività. Mise la sicura alla pistola e la fece roteare attorno al suo dito indice, infilato sul grilletto, cercando di donarle più velocità angolare possibile...e infine la scagliò in avanti, quasi fosse uno shuriken. Incredibilmente la velocità angolare impressa alla pistola risultò così elevata da spappolare all'istante il cranio di una delle cinque arpie. Ne restavano quattro...esattamente il numero delle vittime già mietute. Con un repentino movimento, Ahmir raccolse tutti e quattro i bisturi delle defunte. Quando ebbe finito, le tizie stavano ancora cercando di muovere i due passi che le separavano da lui. Possibile che gli apparissero così lente? O forse
lui era diventato incredibilmente veloce?
Si avventò su di loro senza paura, inebriato da quella sensazione di potenza. Alla prima recise la gola, alla seconda piantò il bisturi nell'occhio, la terza venne atterrata con una potente spazzata prima di ritrovarsi entrambi i reni brutalmente spezzati, mentre alla quarta scivolò alle spalle per poi piantare il pugnale chirurgico proprio nel bel mezzo della colonna vertebrale.
Fuori nove!La prossima ondata era di altre cinque componenti, visto che la nurse cui aveva ficcato un bisturi nella rotola si trascinava claudicante qualche metro dietro le altre. Era rimasto senza armi...ma ne aveva davvero bisogno, con quella potenza paurosa che sembrava scorrergli nelle vene e gasarlo sempre di più?
Si avventò verso due delle nurse con entrambe le braccia aperte, come ad eseguire un double lariat. Quando fu loro vicino, strinse prepotentemente entrambe le braccia attorno ai loro colli. Il doppio "crack" che annunciava il cedimento dei due canali vertebrali fu questione di istanti. La terza tentò di vendicare le compagne, ma fu preceduta da un potentissimo pugno di Ahmir, tale da trapassarla da parte a parte. La quarta tentò di approfittare del braccio incastrato per colpirlo alla gola, ma Ahmir la sorprese con un calcio volante (in tutto e per tutto simile a quello tentato in precedenza, almeno in teoria) che le trapassò il cranio. L'ultima del gruppo tentò di aggirarlo e arrivargli alle spalle, ma il guerriero del Corno d'Africa riuscì ad inchiodarla con una spallata in corsa tale da farla finire letteralmente impalata contro la parete.
Restava solo l'ultima, quella già azzoppata, talmente lenta che probabilmente non avrebbe rappresentato un problema nemmeno senza bruciare il cosmo. Venne sfiorato dall'idea di spezzarle solo gli arti, senza ucciderla, in modo da lasciarla soffrire il più possibile. Ricordò però l'accenno di Black Centaurus alle "altre", e pensò che per non rischiare era meglio farla finita senza troppe cerimonie. Prese quindi la rincorsa e la trafisse da parte a parte con una testata degna di un missile terra-aria.
E con questa sono quindici...Passata la sbornia del combattimento, realizzò la sua impresa. Con il primo accenno di cosmo era stato in grado di eliminare quindici avversari armati, senza nemmeno prendersi la briga di sprecare un solo colpo della sua pistola. Sorrise sornione, scandendo ad alta voce:
- Allora? E' stato di vostro gradimento lo spettacolo, madame? Spero di aver fatto il mio dovere di bestia da circo, intrattenendo il piacere di Vostra Signoria per questi pochi minuti. Ah, per inciso, se te lo stai chiedendo: sì, continuo pervicacemente a trovare tutto ciò dannatamente divertente. E no, non credo che la tua perversione sia finita qui, dolcezza. -Ridacchiando compiaciuto, cercò di recuperare la pistola, la lampada e i 15 bisturi (che di certo avrebbero potuto tornare utili in qualche modo), aspettando la risposta di quella dolce, tenera, angelicata creatura.