Posts written by Killer Aiacos

view post Posted: 15/6/2012, 12:07 Jinder di Crisaore - Schedario Personaggi
Neanche da parte mia, tutto ottimo. Dammi il tempo di aprire l'addestramento e siamo a cavallo...

PS: Il nome Jinder, usato da te, in associazione all'oceano Indiano...non so perché, ma mi ricorda qualcuno... :ph34r:
view post Posted: 15/6/2012, 11:06 Al Grande Tempio - Affiliazioni & Gemellaggi
Per le affiliazioni aspettiamo Mephis, il forum è suo e non ce la sentiamo di decidere cose così importanti a nostra discrezionalità ;)
view post Posted: 15/6/2012, 01:24 Rising Phoenix - Isola della Regina Nera
Ciau U___U


A quanto pareva la pistola era perfettamente funzionante. Non sapeva se essere contento o meno di quella notizia: certo, da una parte avere un'arma in più male non gli avrebbe fatto. Dall'altra, il suo istinto in qualche modo gli suggeriva che, se tutto era a posto, ciò significava che avrebbe avuto a che fare con qualcosa contro cui la potenza di fuoco non gli sarebbe poi servita granché.
Non si dispiacque granché della porta che si chiudeva alle sue spalle: non vedeva alcun motivo per rimpiangere la stanzetta fetente che aveva appena lasciato, a maggior ragione visto che aveva portato con sé tutto il portabile. Un odore pungente lo colpì alle narici, un odore che conosceva fin troppo bene: l'odore di morte. Calando la lanterna vide che stava letteralmente camminando su un tappeto di cadaveri in decomposizione. Non si trattava di scene propriamente nuove per lui, abituato ai genocidi e alla pulizia etnica sia in Somalia che nei due Sudan, quindi riuscì a passare oltre con una certa freddezza. In fondo che differenza faceva, finire rosicchiato dai topi laggiù o in qualche catapecchia della periferia di Mogadiscio? Peggio non avrebbe potuto certamente andare. Fu allora che l'adorabile fanciulla si fece viva:
Le mie piccole?
Chissà perché, il primo pensiero di Ahmir andò a qualche tipo di bestia o mostro. Forse quest'ultima definizione era più appropriata a definire la gentaglia che gli si parò davanti. Per un momento la situazione gli fece paura, doveva ammetterlo. Un conto era ritrovarsi sperduto in una giungla sconosciuta, armato fino ai denti contro un numero imprecisato di tizi altrettanto armati fino ai denti. Un altro paio di maniche era essere completamente solo contro quelle...cose...
Si ricompose subito grazie alla secca ingiunzione di Black Centaurus. Probabilmente, per quanto si divertisse a fare l'aguzzina, anche lei sperava che Ahmir passasse la prova: la quantità industriale di cadaveri che infestava il terreno sembrava suggerire che in molti prima di lui l'avessero fallita, e certo l'affascinante fanciulla non avrebbe disegnato trovarsi finalmente di fronte ad un candidato serio. E Ahmir, dal canto suo, aveva tutte le intenzioni di non deluderla e accedere finalmente a quel potere che così insistentemente agognava.
Si strinse dunque le spalle, ritrovando la sua baldanza:
- Beh, per quanto mi alletti la prima opzione...credo che finirò per optare per la seconda. Vediamo di risvegliare questo pigrone di un cosmo, dunque! Ah, giusto per informazione: le pistole non servono solo per far fuoco, bella mia! -
Lanciò teatralmente la pistola in aria, riprendendola al volo in modo da impugnarla dalla parte della canna. Non era sicuramente il caso di attirare altre presenze, come aveva saggiamente suggerito la sua adorabile aguzzina, ma c'era un piccolo particolare che effettivamente poteva non aver previsto: la pistola poteva rivelarsi un'arma notevole anche in mischia, grazie alla relativa facilità di manovrarla rispetto alla mole. Posò dunque a terra la lampada, in modo da avere almeno una mano libera, e si preparò a ricevere la prima nurse.
Questa si avventò su di lui con un balzo felino, puntando il suo bisturi dritto al cuore. Ahmir prontamente intercettò la lama con un il calcio della pistola, approfittandone per far rovinare a terra la tizia con una pronta spazzata delle gambe. Peccato che nel frattempo su di lui si fosse avventata un'altra mostriciattola, che prontamente gli procurò uno squarcio non indifferente al fianco.
Capendo di aver cominciato piuttosto male, Ahmir arretrò di qualche passo. Era stato abbastanza fortunato: il suo giubbotto aveva attutito in parte il taglio del bisturi, che comunque gli aveva procurato una lunga ferita da cui usciva copioso il sangue.
Ok, forse è il caso di fare meno lo sgargiante. Non potrò certo farcela da solo contro quindici di queste...cose, per quanto ad occhio e croce non brillino di acume, se continuo in questo modo!
Provò dunque a concentrarsi, tentando di risvegliare questo stramaledettissimo cosmo. Se non ricordava male, a Giuba la dolcissima fanciulla l'aveva definito l'energia spirituale dentro ogni essere vivente. Forse che avrebbe dovuto mettersi a meditare? Sì, certo, perché Black Centaurus sembrava proprio la tipa da meditazione, e le sue amichette proprio le tipe che glielo avrebbero comodamente concesso!
Metti da parte le corbellerie, Ahmir, non hai tutto il giorno per pensarci!
Forse che quell'energia spirituale fosse semplicemente qualcosa che andava oltre la fisicità? In poche parole, le motivazioni che lo spingevano a combattere? Beh, nel suo caso erano parecchio semplici: invidia, voglia di potere...e soprattutto passione per quel che aveva praticamente sempre fatto. Che bastasse incanalare sapientemente queste emozioni? Tentò di guardare alle tre arpie che si stavano avventando su di lui come a ciò che effettivamente erano, ovvero ostacoli sulla via del potere che tanto bramava. Sentì crescere una sana voglia di distruzione, un gelido odio spassionato nei loro confronti.
Si gettò a capofitto in avanti, verso la nurse centrale. Questa tentò un altro affondo al cuore, che Ahmir parò nuovamente bloccandolo con il calcio della pistola. Il contrattacco dell'ormai ex guerrigliero non si fece attendere, in forma di un bel calcione rotante diretto alla testa dell'arpia. Le altre due ne approfittarono per trafiggerlo. Riuscì a schivare il primo bisturi grazie al movimento discendente del busto conseguente al calcio verso l'altro, mentre il secondo lo beccò al braccio sinistro, incidendo abbastanza profondamente al suo interno.
Possibile che gli fosse sembrato di udire un mugolio di piacere da parte dell'arpia in questione? Trovavano per caso così eccitanti le fibre muscolari del suo braccio?
Il dolore per la ferita rischiò di fargli perdere l'equilibrio, ma alla fine riuscì ad indietreggiare ancora una volta. Era riuscito a colpire la nurse con un calcio in volto, ma non ci aveva guadagnato granché: ora le tizie che lo stavano brandendo erano addirittura cinque. E del famoso cosmo, nemmeno l'ombra.
Il taglio al fianco e quello al braccio sinistro facevano male. Dannatamente male. Si voltò per lanciare un'occhiata alla porta bianca: era vicina, dannazione, presto le arpie lo avrebbero messo all'angolo! Non c'era tempo da perdere.
Si avventò verso la tizia più vicina alla parete di sinistra, in modo da non avere il braccio ferito allo scoperto. A quanto pareva quelle miravano subito al cuore, quindi avrebbe finto di lasciarlo scoperto per poi sorprenderla con una ginocchiata che allontanasse lei e le sue compari, in modo da dargli sufficiente spazio per tentare un attacco cosmico. Quando la tizia fu abbastanza vicina da rendere possibile la ginocchiata, Ahmir spiccò il balzo per tentarla...
...ma c'era qualcosa che non lo convinceva. Per un momento la nurse s'era leccata le labbra soddisfatta, proprio come se si fosse gioiosamente buttato fra le sue fauci. Questo particolare lo spinse a cercare con lo sguardo il bisturi e...mannaggia alla miseria, stava puntando la sua gola!
Gli ci volle una torsione del collo così acuta da sembrare innaturale per consentire all'affilato coltellino medico di sfiorare soltanto il suo prezioso collo, recidendolo di qualche millimetro. Ahmir ne approfittò e afferrò con forza il polso della nurse che reggeva il bisturi, proprio mentre il suo ginocchio impattava violentemente contro il ventre della donna. Anche in questo caso però si trattò di un semplice impatto, questo cosmo non dava proprio l'idea di volersi risvegliare.
La nefasta conseguenza fu che Ahmir cadde a terra, trascinando con sé la bella signorina. I due stavano ancora inscenando una prova di forza, con l'aspirante black che teneva stretto il polso della tipa, ma era chiaro che la cosa non poteva durare in eterno: le altre arpie, golose di una così fin troppo ghiotta occasione capitata loro sotto il naso, erano già pronte a scagliarsi su di lui per dividere definitivamente il suo corpo in quattordici pezzettini, roba da far invidia anche ad Osiride.
Ma Ahmir...beh, proprio non ci teneva a farsi un viaggio gratis lungo il Nilo, smembrato in pezzi. Con il polso della nurse ancora ben stretto, si assicurò di rotolare il più vicino possibile ad una delle sue compagne...e centrò in pieno la sua rotula con il bisturi della tizia a cui stava tenendo il polso, manovrando sapientemente il suo braccio! Le compagne subito si fecero sotto per vendicare l'affronto, ma Ahmir riuscì a sgattaiolare fra le gambe della nurse ferita, cavandosi momentaneamente dall'impiccio.
Ebbe giusto il tempo di rimettersi in piedi. Furenti per essere state giocate proprio sul più bello, le infermiere si erano lanciate all'attacco come un'orda barbarica. Non stavano più giocando, era chiaro, volevano semplicemente smembrarlo senza tanti complimenti.
Era ora. Ora o mai più. Avrebbe finalmente raggiunto il potere che tanto agognava, oppure sarebbe morto in quella topaia (nel senso letterale del termine). Non poteva scappare, e la porta bianca serrata alle sue spalle era molto emblematica in questo senso. Chiuse gli occhi per un istante, cercando di percepire al suo interno questa tanto sospirata forza. Aveva detto che non gliene fregava nulla di morire, ma era davvero così? Poteva davvero rinunciare a quel sommo potere così mestamente sfiorato, proprio ora che sembrava alla sua portata?
Sentì crescere dentro di sé una sorda rabbia. No, non era il caso di morire in un modo così trash...se non altro per non sentire la celestiale risata di Black Centaurus mentre si godeva un primo piano delle sue budella! E lo avrebbe dimostrato presto...visto che la prima nurse era molto vicina!
La tizia tentò il classico affondo, che Ahmir tentò di schivare per poi prenderla alle spalle...con successo. Quasi senza nemmeno rendersene conto, l'ex guerrigliero si trovò alle spalle della nurse, prontamente purgata prima da un colpo del calcio di pistola sulla nuca e poi da una stretta mortale, che in pochi secondi ebbe ragione del suo collo.
Il tutto era avvenuto così velocemente che nessuna delle pur vicinissime altre arpie aveva potuto muovere un muscolo. Possibile? Da quando in qua era così veloce? E così forte da poter spezzare un collo umano in pochi istanti?
Al diavolo le domande, ci sono riuscito! In qualche modo, questo maledetto Cosmo devo averlo risvegliato! E ora sotto con le altre...
Tre carampane gli furono immediatamente addosso, ma ora stranamente i loro movimenti gli apparivano scandalosamente lenti, come se fossero sott'acqua. Si abbassò per evitare il bisturi della prima, per poi approfittare della sua posizione per sferrarle un uppercut così potente da sfondarle la mandibola, il palato e buona parte del cranio frontale. Nel frattempo la sua compare aveva tentato di approfittarne per trafiggergli il cuore, ma Ahmir aveva dapprima opposto la pistola, facendole volare via il bisturi, per poi trafiggerle lo stomaco con la canna dell'arma. Sarebbe morta lentamente fra mille convulsioni, avvelenata dai suoi stessi succhi gastrici. Il tempo di levare la pistola dallo stomaco della tizia che la terza si era già fatta sotto, mirando ai suoi occhi. Ahmir si abbassò leggermente e la prese per il polso, prolungando il suo movimento in modo da sbatterla contro le arpie più vicine per farle indietreggiare. Infine, con la terza assalitrice a terra, Ahmir le fu subito sopra e le sfondò senza troppi problemi il cuore con la canna della pistola.
Fuori quattro...
In questa triplice esecuzione l'aveva avvertito chiaramente. Una strana sensazione di calore che lo pervadeva e lo faceva sentire stranamente bene, al di là del dolore fisico per le ferite subite e al di là della frustrazione per la sua situazione. Una sensazione di potere. Una meravigliosa sensazione di potere. Ahmir non si era mai drogato in vita sua, ma ora credeva di capire cosa ci provasse di bello chi faceva uso di sostanze stupefacenti.
Altre cinque carampane si stavano avventando su di lui, furiose per la morte delle compagne. Ad Ahmir venne un'idea curiosa, in un lampo di creatività. Mise la sicura alla pistola e la fece roteare attorno al suo dito indice, infilato sul grilletto, cercando di donarle più velocità angolare possibile...e infine la scagliò in avanti, quasi fosse uno shuriken. Incredibilmente la velocità angolare impressa alla pistola risultò così elevata da spappolare all'istante il cranio di una delle cinque arpie. Ne restavano quattro...esattamente il numero delle vittime già mietute. Con un repentino movimento, Ahmir raccolse tutti e quattro i bisturi delle defunte. Quando ebbe finito, le tizie stavano ancora cercando di muovere i due passi che le separavano da lui. Possibile che gli apparissero così lente? O forse lui era diventato incredibilmente veloce?
Si avventò su di loro senza paura, inebriato da quella sensazione di potenza. Alla prima recise la gola, alla seconda piantò il bisturi nell'occhio, la terza venne atterrata con una potente spazzata prima di ritrovarsi entrambi i reni brutalmente spezzati, mentre alla quarta scivolò alle spalle per poi piantare il pugnale chirurgico proprio nel bel mezzo della colonna vertebrale.
Fuori nove!
La prossima ondata era di altre cinque componenti, visto che la nurse cui aveva ficcato un bisturi nella rotola si trascinava claudicante qualche metro dietro le altre. Era rimasto senza armi...ma ne aveva davvero bisogno, con quella potenza paurosa che sembrava scorrergli nelle vene e gasarlo sempre di più?
Si avventò verso due delle nurse con entrambe le braccia aperte, come ad eseguire un double lariat. Quando fu loro vicino, strinse prepotentemente entrambe le braccia attorno ai loro colli. Il doppio "crack" che annunciava il cedimento dei due canali vertebrali fu questione di istanti. La terza tentò di vendicare le compagne, ma fu preceduta da un potentissimo pugno di Ahmir, tale da trapassarla da parte a parte. La quarta tentò di approfittare del braccio incastrato per colpirlo alla gola, ma Ahmir la sorprese con un calcio volante (in tutto e per tutto simile a quello tentato in precedenza, almeno in teoria) che le trapassò il cranio. L'ultima del gruppo tentò di aggirarlo e arrivargli alle spalle, ma il guerriero del Corno d'Africa riuscì ad inchiodarla con una spallata in corsa tale da farla finire letteralmente impalata contro la parete.
Restava solo l'ultima, quella già azzoppata, talmente lenta che probabilmente non avrebbe rappresentato un problema nemmeno senza bruciare il cosmo. Venne sfiorato dall'idea di spezzarle solo gli arti, senza ucciderla, in modo da lasciarla soffrire il più possibile. Ricordò però l'accenno di Black Centaurus alle "altre", e pensò che per non rischiare era meglio farla finita senza troppe cerimonie. Prese quindi la rincorsa e la trafisse da parte a parte con una testata degna di un missile terra-aria.
E con questa sono quindici...
Passata la sbornia del combattimento, realizzò la sua impresa. Con il primo accenno di cosmo era stato in grado di eliminare quindici avversari armati, senza nemmeno prendersi la briga di sprecare un solo colpo della sua pistola. Sorrise sornione, scandendo ad alta voce:
- Allora? E' stato di vostro gradimento lo spettacolo, madame? Spero di aver fatto il mio dovere di bestia da circo, intrattenendo il piacere di Vostra Signoria per questi pochi minuti. Ah, per inciso, se te lo stai chiedendo: sì, continuo pervicacemente a trovare tutto ciò dannatamente divertente. E no, non credo che la tua perversione sia finita qui, dolcezza. -
Ridacchiando compiaciuto, cercò di recuperare la pistola, la lampada e i 15 bisturi (che di certo avrebbero potuto tornare utili in qualche modo), aspettando la risposta di quella dolce, tenera, angelicata creatura.
view post Posted: 14/6/2012, 22:46 Cercasi esperto di Episode G - Annunci e Proposte
Come vedete non solo abbiamo riaperto il GdR, ma ci stiamo anche occupando di aggiornare le sezioni relative alle opere di Saint Seiya. Io e wyvern possiamo coprire Omega, Lost Canvas, Next Dimension, all'occorrenza anche gli approfondimenti...ma il G proprio no, visto che nessuno dei due lo segue XD
C'è qualcuno qui che lo segue abbastanza per curarne la sezione? Basta solo un'immagine e una descrizione succinta nelle schede, giusto per poterne parlare...e bastano solo i personaggi nuovi (dei vecchi si può parlare nelle rispettive schede della serie classica).
view post Posted: 14/6/2012, 16:45 Rising Phoenix - Isola della Regina Nera
Ancora una volta Ahmir venne preso di sorpresa dal calcio della donna, così rapido che non era stato nemmeno in grado di percepirlo. Ancora una volta a farla da padrone era non tanto la rabbia, quanto una netta sensazione di invidia ed impotenza. Avrebbe dovuto diventare grande?Ma di corsa, se questo avesse significato la fine dei frustranti complessi di inferiorità che lo pervadevano da quando aveva conosciuto quella maledetta donna! E questi furono i suoi ultimi pensieri prima dell'inevitabile svenimento...

Rinvenne per la seconda volta in poche ore, stavolta all'interno di quella che a tutti gli effetti sembrava una prigione.
Figata, vuoi vedere che era tutto un sogno e ora mi sono svegliato rinchiuso in una puzzolente prigione di Giuba, in attesa del plotone d'esecuzione?
Quasi come se avesse sentito, la voce suadente della black rimbombò nella sua testa. Una voce che stavolta lo lasciò abbastanza spaesato, e non per il contenuto che aveva trasmesso:
Videogame??? Tasto di rewind??? Ma di che diamine va cianciando questa???
Si sarebbe potuto etichettare come un qui pro quo culturale. Certo, negli ultimi quattro secoli il progresso era andato molto avanti, ma l'Africa centrale era rimasta il fanalino di coda per quanto riguardava lo sviluppo. Forse con quello che gli passavano i vari governi, Bashir Mahal avrebbe potuto assicurare ai suoi tre figli un'esistenza abbastanza agiata...ma il criminale internazionale non era certamente il tipo di padre che viziasse la prole. Insomma, Ahmir non aveva la benché minima idea di cosa fosse un videogame, e nemmeno di cosa significasse l'espressione "tasto di rewind".
Però, a ben pensarci, tutto quel discorso pareva molto simile a quello che Lilith aveva fatto a Rahab, quando quest'ultimo se n'era partito per destinazione ignota senza nulla al seguito. Gli aveva detto che il mondo reale era diverso dalle favole, che un minorato mentale come lui non avrebbe mai potuto sopravvivere in una zona così tumultuosa senza qualcuno che lo assistesse, nonostante la mole gigantesca. Ma Rahab se n'era altamente infischiato, e tutto sommato all'epoca Ahmir aveva condiviso la sua scelta: forse aveva davvero più in comune con il pazzoide che con la fin troppo responsabile sorella. Perché dunque reagire diversamente da come Rahab aveva reagito allora a quelle raccomandazioni?
Quando la donna concluse con il suo "Sopravvivi e passi al secondo livello; fallisci e la tua mera esistenza finisce insieme a te.", Ahmir provocatoriamente pose le mani giunte ed esclamò un'unica parola.
- Amen. -
Sapeva che quell'espressione era tipica dei cristiani del Sudan meridionale. Lui personalmente non aveva mai creduto in alcun dio che non fosse il denaro, a differenza del padre che era rimasto devoto ad Allah fino alla fine dei suoi giorni. Eppure quella donna sembrava davvero in grado di fare cose che i credenti avrebbero definito "divine", ed era per questo che gli era venuto spontaneo tirare fuori l'espressione religiosa significante "e così sia". Anche perché effettivamente non aveva nulla da obiettare, era prontissimo a perdere la vita per accedere a quel potere così sconfinato.
Si avvicinò dunque al tavolo. La lampada avrebbe potuto essere utile, ma...la pistola? Se avesse dovuto affrontare cose, animali o persone del livello di quella donna, sarebbe sicuramente stata piuttosto inutile. Ad ogni modo per sicurezza la esaminò da cima a fondo, sfruttando la sua enorme competenza in materia di armi per vedere se fosse carica, se fosse abilitata a sparare e se non fosse truccata in modo da esplodergli fra le mani. Solo nel caso in cui tutti i controlli del caso fossero risultati positivi, l'avrebbe portata con sé, appesa alla cintura per avere almeno un mano libera.
Si avviò quindi verso le due porte, soffermandosi per qualche istante esattamente nel vertice di un triangolo isoscele la cui base fosse la distanza fra le due porte.
Ordunque...sono nero, vengo dall'Africa Nera, sono qui per un'armatura nera, la mia adorabile aguzzina è un cavaliere nero...la tentazione di scegliere la porta nera è troppa. E proprio per questo scelgo la bianca!
Senza alcuna esitazione, si diresse verso l'uscio pitturato di bianco. Odiava le scelte troppo banali e scontate...
Riguardo alla pistola, il condizionale è proprio per quello: se Ahmir rileva qualche trucco non se la porta dietro, altrimenti sì ^^


Edited by Killer Aiacos - 14/6/2012, 18:21
view post Posted: 14/6/2012, 14:29 Rising Phoenix - Isola della Regina Nera
E io che pensavo di aver fatto un PG tamarro X°D


Ahmir, voltatosi e scorta la donna a pochi centimetri da lui, inizialmente trasalì. Era abituato a stare sempre all'erta, con i cinque sensi sensibili ad ogni minimo cambiamento, e pertanto l'essere preso di sorpresa in quel modo lo irritava terribilmente. Si sentiva ferito nell'orgoglio, non tanto perché a sorprenderlo era stata una donna (l'influenza di Lilith su di lui era stata forte abbastanza da cancellargli ogni residuo maschilismo inculcatogli dal padre) ma proprio per il fatto di sorprenderlo in sé. Subito dopo sul suo volto spuntò un'espressione abbastanza contrita, che avrebbe potuto essere scambiata per paura ma che in realtà era semplicemente invidia: possibile che si potesse essere così veloci, così potenti? Se già si divertiva nella guerra tradizionale fatta di armi da fuoco, da taglio e da lancio, che vette di inimmaginabile goduria avrebbe mai potuto toccare con un simile potere fra le sue mani? Il pensiero gli diede una leggera vertigine. In preda a questa vertigine, Ahmir indietreggiò di qualche passo, apparentemente sempre più impaurito. A fermare la sua retromarcia fu solo il tronco di un albero vicino, contro il quale la sua schiena sbattè leggermente.
E poi...si mise a ridere. Una risata forte, di gusto, totalmente fuori luogo in quel momento. Che la calura gli stesse dando al cervello?
- Ah, davvero? Non è un divertente giochino? Perché mai non dovrebbe esserlo? Cosa ho da perdere? La vita? Sai che novità, visto che tu stessa mi hai salvato da un plotone d'esecuzione! Sofferenze inimmaginabili? Ancora una volta, sai che novità per uno abituato dalla nascita a guardarsi le spalle per evitare che un idiota qualsiasi gli piombi addosso e gli ficchi una sciabola finemente limata sù per lo sfintere! Ahahahahahahahahahah! -
Mentre rideva di gusto, Ahmir si stava poco elegantemente grattando la schiena contro la corteccia dell'albero, con un atteggiamento tipico degli orsi. Scosse la testa e si avvicinò prepotentemente alla donna, ristabilendo il mezzo centimetro di vicinanza. Gli occhi rossi di Ahmir brillavano come rubini sapientemente illuminati in una sala buia:
- Dovessi anche morire in questa isola schifosa e sconosciuta, torturato a morte da una pazza altrettanto sconosciuta, con il mio cadavere lasciato sulla spiaggia a guisa di pasto per le mosche...non sarebbe nulla di già abbondantemente preventivato un milione di volte. Non ho niente da perdere, bella mia. Niente di niente. E anche avessi qualcosa da perdere, sono pronto a metterlo in gioco. Così gira il mondo, ed è una cosa che a me piace, piace terribilmente. -
Alzò le spalle, sorridendo con aria maliziosa:
- Mi hai già spiegato abbastanza in quel di Giuba, io ti ho già risposto e non intendo assolutamente rimangiarmi la parola data. Sarò anche un mercenario, ma finché chi mi paga è il miglior offerente, gli resterò fedele...e la tua offerta è decisamente la migliore che mi sia mai capitata in vita. Dunque sputa il rospo, bellezza: la mia unica domanda è riguardo a ciò che debba fare per conquistarmi quel bel pollastro nero che mi hai mostrato. Qualsiasi altra cosa non ha alcuna importanza, ora come ora. -
view post Posted: 14/6/2012, 11:19 Canada: Giocare con gli orsacchiotti - Resto del Mondo
Mea culpa che non l'ho scritto, ma...sei autorizzato ad eseguirla, la prova XD
view post Posted: 13/6/2012, 23:30 Canada: Giocare con gli orsacchiotti - Resto del Mondo
Glen aggrottò leggermente la fronte alle parole della giovane, come se fosse in qualche modo infastidito dal suo eccesso di confidenza.
- Sì, questo è quel che penso...ma non sono infallibile. Potrei sbagliarmi ad averti giudicata degna nel ruolo di Bronze Saint dell'Orsa. Nessuno è infallibile. Neanche i Gold Saint lo sono. Neanche il Grande Sacerdote...chiunque egli sia... -
Il silver saint fece un gesto di irritazione, come a voler scacciare un pensiero molesto.
- Ma se dici di essere decisa, bando alle ciance. La prova è dannatamente semplice: devi semplicemente arrivare al luogo dove è custodita l'armatura dell'Orsa Maggiore, in quello che a prima vista sembra un semplice capitello votivo come tanti altri. Non sono autorizzato a rivelartene l'esatta posizione, ma sappi che per raggiungere il capitello di cui stiamo parlando è necessario imboccare un sentiero che si trova dall'altra parte della foresta e subito dopo scalare il monte Robson. La scalata sarà la parte più facile della prova. La foresta infatti pulllula di orsi grizzly molto feroci, capaci di fare un sol boccone di qualsiasi "semplice" umano. Dovrai sconfiggere gli orsi da sola e a mani nude, non ti è permesso l'utilizzo di nessun oggetto. Solo così potrai provare di NON essere una semplice umana. -
Glen sembrò esitare un momento, per poi riprendere:
- Io ti seguirò in ogni tuo passo, avvolto dall'oscurità, senza intervenire in alcun modo. La prova sarà da intendersi fallita se userai un qualsiasi oggetto, se chiamerai aiuto (che io ti fornirò, ma che equivarrà in tutto e per tutto ad una tua rinuncia), se non troverai il capitello che custodisce l'armatura entro l'alba...e se l'armatura stessa non ti riconoscerà come sua degna indossatrice, non posandosi sul tuo corpo. -
L'uomo si voltò, osservando intensamente la parete rocciosa dietro di loro:
- Certo, nonostante tutto apparentemente la prova sembra piuttosto semplice: gli orsi a quest'ora dormono. Ma non è certo così che si può svolgere il cerimoniale sacro dell'assegnazione dell'armatura dell'Orsa Maggiore. Stai indietro, per favore... -
Glen sembrò concentrarsi un istante, richiamando una strana nebbiolina argentea attorno al suo braccio destro. Poi si avventò contro la parete rocciosa, urlando:
- GREAT MOUNTAIN SMASHER!!! -
Il pugno di Glen si scagliò contro la parete rocciosa. Come a voler prendere terribilmente alla lettera il nome della tecnica del Cane Maggiore, la roccia si sgretolò dando vita ad una frana di ragguardevoli dimensioni, molto rumorosa. Con una velocità incredibile, Glen riuscì a levarsi di torno in tempo per non essere egli stesso investito dalla frana, per materializzarsi improvvisamente accanto ad Helga senza che questa avesse il tempo di accorgersene.
- Bene, ora tutti gli orsi della foresta saranno stati svegliati dal baccano. Sono molto gelosi del loro territorio, non sopportano gli estranei di passaggio né tantomeno coloro che lo danneggiano. Mi dispiace, ma questo è ciò che prevede il rituale. Puoi andare, buona fortuna! -
Glen indicò alla ragazza la foresta avvolta dalle tenebre, senza nessuna emozione. Forse non era la prima volta che sottoponeva qualcuno al medesimo addestramento, e il fatto che la cloth non avesse ancora trovato un possessore era eloquente al riguardo...
view post Posted: 13/6/2012, 23:09 Rising Phoenix - Isola della Regina Nera
Pian piano il mondo attorno ad Ahmir incominciò a riprendere forma. Un mondo che sembrava essere decisamente differente da quello che ricordava l'ultima volta che la sua mente era stata in grado di registrare dei ricordi senzienti. Ok, sembrava che fosse su un'isola ed effettivamente proprio su un'isola si trovava nei suoi ultimi ricordi, ma...c'era solamente il piccolissimo particolare che tutt'attorno vi fosse un po' troppa acqua per pensare che quello fosse "semplicemente" il fiume Nilo. O forse non era stato tanto il volume d'acqua a farlo giungere a quella conclusione, quanto piuttosto il fatto che se si fosse trattato dell'inquinatissimo fiume più lungo del mondo, le sue acque non sarebbero certo state così limpidamente azzurre?
No, non era decisamente il momento di lanciarsi in dissertazioni ecologiche. Nonostante il fastidioso mal di testa che lo pervadeva, Ahmir si rialzò cercando di rimettere in ordine i ricordi: il plotone d'esecuzione, le autocombustioni, la rocambolesca fuga, Giuba in fiamme, la traversata del Nilo...e infine quella donna. Il suo discorso, la sua proposta, la propria risposta...e poi nulla. Non riusciva davvero a ricordare qualcosa oltre quel momento. Che la donna l'avesse semplicemente raggirato, drogandolo in qualche modo? E con che scopo, visto che in tasca non aveva una singola sterlina sudsudanese? Di certo i suoi boia non gli avevano lasciato il tempo di prendere il portafogli, prelevandolo dal suo rifugio...
No, ripensandoci non aveva senso. Se la donna fosse stata una ciarlatana, come si sarebbero spiegati tutti quei fenomeni di autocombustione, di cui l'ultimo avvenuto sotto ai suoi occhi? Suo malgrado si convinse che probabilmente la donna doveva averlo stordito e averlo lasciato in quel posto per qualche ragione. Sorrise, stranamente compiaciuto: se era la sua facoltà di adattamento che voleva mettere alla prova, non sarebbe certo stata delusa da un guerrigliero abituato a rischiare la propria vita nei posti più inospitali del pianeta! Del tutto incoscientemente, si mise ad urlare con fare allegrotto, quasi fosse ubriaco:
- Ehy, tu! So che probabilmente mi stai osservando nascosta da qualche parte! Beh, se pensi che questo sia divertente...sappi che lo è, e pure parecchio! -
Riconsiderò la sua posizione. Sembrava proprio essere su un'isola in mezzo al mare, a giudicare dall'estensione delle acque e dall'altra isola sull'orizzonte. Ma precisamente...di CHE mare si stava parlando? Conosceva il Mar Rosso, aveva avuto occasione un paio di volte di stazionare sulle coste dell'Oceano Indiano, ma sfortunatamente le cognizioni geografiche di Ahmir erano ottime solo per la zona del Corno d'Africa, ignorando completamente il resto del mondo. Tuttavia, a giudicare dal clima, la latitudine del luogo doveva essere pressoché simile a quella delle sue terre.
Non gli restava che esplorare il loco. Si guardò attorno, con cautela. Per ora meglio evitare la macchia verde e le sue possibili insidie. Elaborò un piano molto semplice: avrebbe esplorato l'isola con un movimento a spirale, dapprima costeggiandone le coste e poi addentrandosi prudentemente più all'interno con una traiettoria concentrica alla prima, alla ricerca di qualcosa (o qualcuno) di interessante. Se l'isola fosse risultata disabitata come sembrava, avrebbe cercato di raggiungere la successiva a nuoto, anche se ad occhio e croce avrebbero potuto volerci parecchie ore. Ma dopotutto dubitava che la tipa si fosse presa la briga di salvarlo da sicura morte e incendiare la capitale del Sudan del Sud semplicemente per la soddisfazione di vederlo morire di stenti in quell'isoletta del cavolo...
Probabilmente qualcosa di interessante sarebbe alla fine successo. E Ahmir, elettrizzato, non vedeva l'ora di sapere cosa.
view post Posted: 13/6/2012, 19:01 Canada: Giocare con gli orsacchiotti - Resto del Mondo
Il Silver Saint (un uomo né giovane né vecchio, sulla trentina/quarantina, mediamente alto e abbastanza magro, con una fluente chioma di capelli neri) si era rivelato un tipo dalle poche parole e dai molti fatti. Aveva infatti deciso di cominciare subito l'addestramento, ancor prima di raggiungere il luogo nel quale si sarebbe tenuto: intendeva infatti mettere alla prova la resistenza di Helga con una marcia estenuante attraverso i ghiacci, con i viveri razionati al massimo e la possibilità di indossare solo gli abiti con la quale l'aveva conosciuta.
Dopo un viaggio all'apparenza infinito attraverso la Svezia, la Norvegia, le Shetland, le Faer Oer, l'Islanda, la Groenlandia e l'isola di Celebes, i due erano finalmente giunti alla loro meta: il monte Robson, nel Canada sud-occidentale, relativamente poco distante dal confine con gli Stati Uniti. Durante la massacrante trasferta l'uomo aveva aperto bocca solo l'essenziale, ma forse anche questo faceva parte dell'addestramento.
Giunti nel bel mezzo di una foresta di conifere ai piedi del monte Robson l'uomo intimò l'alt, alzando lo sguardo al cielo stellato della bella nottata in corso. Era piuttosto curioso vedere un tizio pragmatico come lui perdersi a guardare le stelle. Avvicinatosi ad Helga, alzò il braccio indicando una costellazione ben definita.
- Vedi quelle sette stelle laggiù? Probabilmente le conoscerai molto bene: le sette stelle del Grande Carro, la costellazione dell'Orsa Maggiore...se ho visto giusto e hai la stoffa per diventare Saint di Atena, quella sarà la tua costellazione protettrice. La bronze cloth dell'Orsa Maggiore è infatti custodita... -
Puntò l'indice in un punto indefinito nell'oscurità, dall'altra parte della foresta di conifere.
- ...proprio qui, alle pendici del Monte Robson, da qualche parte in quella direzione. -
Sorrise ad Helga. Il primo sorriso che le rivolgeva da quando l'aveva incontrata:
- Sì, questo significa che hai passato la prima parte della prova, quella relativa alla resistenza. Credo che a questo punto sia mio dovere almeno presentarmi: mi chiamo Glen e sono il sacro guerriero d'Argento della costellazione del Cane Maggiore. -
Come se nominare la costellazione le avesse destate da un lungo sonno, le parti dell'armatura custodite nello scrigno che Glen teneva in spalla uscirono dal loro contenitore e si posarono su di lui. La curiosa forma dell'elmo sembrava essere studiata a tavolino per rendere ancor più arcigno e severo il già non prettamente amichevole sguardo di Glen.
- E qui finiscono le buone notizie, almeno per ora. Resta infatti la parte finale della prova, quella relativa al risveglio del cosmo e alla tua potenza d'attacco, nonché alla legittimazione delle stelle. Bada bene: la tua vita sarà in gioco molto più di quanto sia successo con la prova di resistenza. Sei dunque ancora decisa a voler conquistare l'armatura? Sappi che se dovessi fallire, non posso garantire la tua incolumità... -
Concluse sibilinno il misterioso personaggio.

Descrivi sensazioni ed emozioni di Helga, oltre ovviamente alla risposta.
view post Posted: 13/6/2012, 17:32 Natalya di Megrez - Schedario Personaggi
Non sono d'accordo con il tizio qui sopra: secondo me non necessariamente la cosa dev'essere un controsenso. Prendo un esempio assolutamente idiota: un bambino di 8 anni bravissimo nei giochi di carte, che non esita ad usare trucchetti di ogni tipo per vincere le partite. Se però si mettesse a giocare con degli adulti e questi lo facessero vincere appositamente perché è un bimbo puccioso, è plausibile che il bambino si senta comunque irritato e non voglia favoritismi, nonostante normalmente sia disposto a tutto per la vittoria.
L'esempio è quel che è, ma comunque credo fosse quello che voleva esprimere Misia. Ad ogni modo, per me la scheda è ok.
view post Posted: 13/6/2012, 17:28 Estelle di Black Cygnus - Schedario Personaggi
Concordo con il tipo qua sopra, aspetta che ti apra l'addestramento e puoi cominciare ^^
view post Posted: 13/6/2012, 17:27 Helga dell'Orsa Maggiore - Schedario Personaggi
Direi che sembra perfetta. Aspetto il controcontrollo di L per aprire l'addestramento ;)
view post Posted: 12/6/2012, 23:38 Ahmir di Black Phoenix - Schedario Personaggi

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Nome del Pg: Ahmir Mahal
Data di Nascita: 16/10/2334
Età: 26
Luogo di Nascita: Giuba, Sudan del Sud
Segno Zodiacale: Bilancia
Armatura: Black Phoenix
Divinità che servo: No.
Energia: Bronzea


Caratteristiche Fisiche: Ahmir ha ereditato una curiosa anomalia genetica abbastanza frequente nella sua famiglia: è infatti nato con gli occhi rossi e i capelli bianchi, pur non essendo albino (la sua pelle è normalmente scura). Fra i membri viventi della sua famiglia questa strana caratteristica è stata ereditata solo da lui e dal fratello Rahab, il quale suole radersi a zero e portare sempre occhiali da sole per la vergogna. Al contrario Ahmir non ha mai dato peso a questa sua particolarità, anzi nel corso degli anni ha cominciato addirittura ad andarne orgoglioso. Per il resto il suo fisico, inizialmente troppo magro per la sua altezza (190cm), ha cominciato a temprarsi con le mille fatiche della guerriglia nella savana, nelle foreste pluviali e nelle paludi; nonostante ciò, è ancora ben lontano dal potersi definire un fisico scolpito. Qua e là presenta molte cicatrici, grandi e meno grandi, frutto anch'esse degli anni passati nella guerriglia.

Caratteristiche Psicologiche: Inizialmente Ahmir era un tipo schivo, ombroso, molto timido ed introverso. Le esperienze in guerra ne hanno totalmente stravolto la personalità: ora Ahmir è diventato lunatico, estroverso e e stravagante, totalmente disincantato nei confronti del mondo e della specie umana ma a cui tuttavia la situazione attuale piace così com'è. Fa spesso uso di un'ironia fastidiosa e pungente, come d'altronde è molto propenso a ridere e scherzare con chicchessia, pur non avendo di base alcuna fiducia nel prossimo. Tende altresì ad essere piuttosto rozzo e volgare nei modi e nel parlare, essendo cresciuto in ambienti "da caserma". Molto spesso tende ad accentuare beffardamente la sua rozzezza dinnanzi ad un avversario, fingendosi un simpliciotto o addirittura fingendosi molto più debole di quel che è. In realtà gli anni passati da guerrigliero gli hanno fatto ereditare una grande attenzione all'aspetto tattico della disputa: spesso cerca di prevalere sull'avversario senza contare sulla sola forza ma anche alle circostanze, o perché no anche grazie a piccole-grandi slealtà. E' inoltre d'umore molto volubile, tale che spesso si ritrova a combattere prima per una causa e poi per quella opposta, senza alcun motivo apparente. In realtà il motivo di tutto ciò è la voglia di combattere: ormai vedere scorrere il sangue è diventato per lui un hobby, una passione senza la quale la sua vita cadrebbe in preda alla noia, quindi per quanto possibile cerca sempre di prolungare i conflitti che si trova ad affrontare.


Storia: Il conflitto secolare in Sudan non si è certo placato in un'epoca così difficile, anzi è degenerato in un'escalation di violenza fra Sudan, Sudan del Sud, Etiopia e Somalia in cui le alleanze si fanno e si disfano continuamente e in cui nessun luogo del Corno d'Africa può più ritenersi sicuro. In questo conflitto senza regole prosperano gruppuscoli paramilitari pronti a vendersi senza alcun remore al miglior offerente: uno di questi, particolarmente noto per la sua ferocia e le sue efferatezze, era guidato da Bashir Mahal, un sudanese islamico divenuto prezzolato mercenario pronto a servire chi pagasse meglio fra i tre Paesi nemici della sua patria.
Fu così che i tre figli di Bashir nacquero ciascuno in uno stato diverso: la primogenita Lilith a Berbera in Somalia, il secondogenito Rahab a Bahar Dar in Etiopia e il terzogenito Ahmir a Giuba nel Sudan meridionale. Sballottato di qua e di là per seguire i continui spostamenti del padre, Ahmir finì per sviluppare negli anni dell'infanzia un carattere cupo, taciturno e ombroso, capace di aprirsi solo con l'energica e protettiva sorella Lilith...e paradossalmente anche con il fratello maggiore Rahab, che dall'età di quattro anni aveva cominciato a sviluppare i sintomi di una pazzia dilagante che l'avrebbe portato a perdere completamente il suo equilibrio mentale.
Nel frattempo la fama del padre si diffondeva nel mondo, fino a farlo considerare un pericoloso criminale internazionale. La sua squadriglia di mercenari lo adorava a tutti gli effetti come un re, tanto che Bashir si vide quasi costretto addirittura a nominare un erede: scartata Lilith per maschilismo (nonostante fosse di gran lunga la più raccomandabile fra i tre) e scartato Rahab per la sua malattia mentale, la scelta obbligata in tal senso fu proprio il malcapitato Ahmir.
Una scelta davvero provvidenziale: in quel periodo Bashir Mahal lavorava infatti per l'Eritrea, l'ennesimo stato inseritosi in una guerra che sembrava davvero senza fine. Gli eritrei sospettavano fortemente che Bashir stesse riallacciando i rapporti con l'Etiopia e fosse quindi prossimo al tradimento: lo uccisero quindi senza alcuna esitazione con un agguato in un remoto passo al confine fra Eritrea ed Etiopia.
La soldataglia di Bashir, rimasta orfana del suo condottiero, reclamava a gran voce una guida. Nonostante Ahmir non volesse, alla fine si vide costretto a prendere la guida del gruppo di mercenari all'età di 16 anni, dietro la minaccia dell'uccisione di tutti e tre i fratelli. Lilith gli fu a fianco nei primi, difficili tempi, mentre Rahab...ecco, Rahab un bel giorno si svegliò dicendo che avrebbe seguito la sua strada, prese la via degli altipiani senza bagagli né provviste e svanì nel nulla senza più tornare.
Il giovane Ahmir inizialmente cercò di non farsi coinvolgere direttamente sul campo di battaglia, ma ovviamente in tal modo era impensabile cercare di assicurarsi la fedeltà di un gruppo di guerriglieri mercenari senza scrupoli. Imbracciò così suo malgrado le armi (che comunque il padre gli aveva insegnato ad usare fin dalla più tenera età) e...scoprì incredibilmente che l'odore della battaglia, il sapore della polvere della sparo, il gusto del sangue caldo che esce dal corpo dei nemici erano sensazioni dannatamente piacevoli, quasi inebrianti. Pian piano Ahmir si calò appieno nella veste di capo dei guerriglieri, riconducendo all'ordine un gruppo allo sbando e prestando sempre meno ascolto ai saggi consigli di Lilith.
Per prima cosa vendicò il padre, tradendo gli eritrei e propiziando il massacro di un'intera divisione eritrea per mano degli etiopi. In seguitò lavorò per la Somalia e infine per il Sudan del Sud, suo paese natale. Dieci anni dopo la morte di Bashir, Ahmir si era a sua volta già fatto un discreto nome nel mercato dei mercenari del Corno d'Africa.
Gli pervenne dunque un'offerta da parte del governo del Sudan, il paese natale del padre, da cui quest'ultimo era stato bandito a vita per alto tradimento. I sudanesi gli offrivano una cifra iperbolica non solo per passare dalla loro parte, ma precisamente per fare il doppio gioco e aiutarli nell'invasione del Sudan del Sud, suo corrente datore di lavoro e storico nemico del Sudan. Quasi come in un deja-vù della vicenda del padre, i sud-sudanesi scoprirono il magheggio e lo arrestarono, legandolo di fronte ad un plotone d'esecuzione in quel di Giuba. I fucilieri stavano per sparagli quando...presero fuoco, inspiegabilmente, come se si fossero letteralmente autocombustiti. Ahmir si ritrovò improvvisamente slegato, riuscendo ad allontanarsi istintivamente prima che anche il palo cui era legato prendesse fuoco. Inspiegabilmente il fenomeno delle autocombustioni di cose e persone si ripeté nei convulsi minuti successivi, sempre rigorosamente negli immediati pressi del tracciato che Ahmir stava percorrendo per la sua fuga. In breve l'intera città di Giuba fu avvolta da un incendio epocale. Non riuscendo a spiegarsi quelle misteriose autocombustioni, Ahmir decise di dirigersi verso il porto della città (che fortunatamente conosceva a memoria, essendoci nato e cresciuto), per poi tuffarsi nelle turbolente acque del Nilo Bianco.
Attraversato a nuoto il grande fiume fino ad una piccola isoletta disabitata, Ahmir osservò perplesso la sua città natale mentre bruciava senza speranza. Quando si voltò, vide che lì v'era una donna piuttosto imponente...o forse era la robusta armatura nera che indossava a farla apparire così?
La tizia fu di poche parole, breve, concisa, essenziale. Era stata lei a salvarlo prima, facendo prendere fuoco ai suoi carcerieri. E subito dopo al palo su cui era legato, per verificare che non fosse uno smidollato dai riflessi lenti. Stesso motivo per cui successivamente, per le vie della città, aveva preparato qua e là delle trappole infuocate per verificare che fosse sveglio a sufficienza da evitarle. Era tutto un test, un giochino per verificare le sue abilità. Un giochino che aveva fatto prendere fuoco alla capitale del Sudan del Sud.
Un giochino per cosa? La donna non rispose, almeno non subito, limitandosi a calare a terra uno scrigno che teneva sulle spalle. Ne uscì un'armatura nera piuttosto elegante, che andò a comporre il simbolo di una Fenice. La donna si presentò quindi come Black Centaurus, cavaliere nero, spiegandogli in cosa consistesse l'istituzione dei Black Saint e insistendo in particolare sul fatto che fossero loro a tirare le fila della guerra nel Corno d'Africa, come marionettisti con le marionette. Infine gli spiegò che quell'armatura l'aveva scelto: lui poteva divenire uno di loro, oppure...oppure...
La donna non continuò, limitandosi a piegare un braccio all'indietro con aria annoiata. La foresta dell'isoletta immediatamente prese fuoco, divorando tutta l'isola fino ad assediarli. Istintivamente Ahmir si voltò...ma incredibilmente perfino i pochi metri di isola dietro a lui avevano preso fuoco, separandolo dal Nilo Bianco. Era completamente circondato. La donna aveva lasciato ai fatti la conclusione: o sarebbe diventato un Black Saint oppure avrebbe incontrato la morte.
Stranamente affascinato dalla prospettiva di gestire un potere paragonabile a quello della misteriosa donna, Ahmir accettò subito. La donna quindi fece cessare immediatamente le fiamme e lo prese letteralmente in braccio, partendo alla velocità del suono verso un arcipelago nel Pacifico Meridionale che ben presto gli sarebbe stato molto familiare...

Abilità:
Teletrasporto - La costellazione della Fenice dona ai suoi protetti potenti facoltà telecinetiche, che permettono loro di mostrarsi quasi ovunque quasi fossero l'Araba Fenice in persona. Quest'abilità dona ad Ahmir notevoli doti difensive, utili per schivare gli attacchi dell'avversario o per tornare "a casa" dopo colpi dimensionali. Gli è possibile anche usare il teletrasporto su qualcun altro, a patto che questi sia consenziente. Se invece si tratta di un nemico il teletrasporto non funziona, con l'eccezione di quelli con destinazione l'Isola della Regina Nera, in cui il suo potere aumenta (vedi sotto).

Tecniche:
Ankoku Hoogenmaken - Ahmir concentra il suo cosmo sul dito, puntandolo alla fronte dell'avversario e indirizzando un fascio cosmico verso la sua mente. Questi scorgerà l'illusione di una Fenice nera che vola verso di lui e gli artiglia la gola, per poi cadere preda del suo peggior incubo. Se l'avversario non riesce a liberarsi dall'incubo in tempo, la paura gli farà progressivamente rallentare i battiti del cuore fino a fermarlo del tutto. E' molto difficile che si giunga a quest'ultimo risultato, ma anche se il nemico riuscisse a liberarsi risulterà fortemente debilitato dal punto di vista mentale.
Dark Omen's Eternal Fly - Ahmir carica le braccia all'indietro, simulando il movimento di un uccello in volo. Dalle sue braccia scaturirà quindi una Fenice Nera di cosmo, che volerà verso l'avversario passandoci attraverso...e senza far nulla, almeno apparentemente. In realtà dopo pochi istanti l'avversario vedrà spuntare sulla sua pelle delle ustioni più o meno gravi a seconda della forza dell'attacco, in tutto e per tutto uguali a quelle che avrebbe ricevuto la Fenice fosse stata di fuoco.
Phoenixecution - Ahmir punta l'indice contro l'avversario come nell'Ankoku Genmaken, solo che stavolta ad essere tese sono entrambe le braccia. Dalle dita partono quindi due raggi oscuri che si uniscono e, sfruttando l'abilità del Teletrasporto e la particolare efficacia che questa ha nei confronti dell'Isola della Regina Nera, teletrasportano l'avversario...direttamente all'interno del vulcano nell'isola, mandandolo incontro ad una confortevole morte per scioglimento nella lava.
Blood Feathers - Le piume sulle tre code dell'armatura si staccano (venendo prontamente rimpiazzate), volando con una specie di tornado di piume verso il nemico. Le piume della cloth si attaccano quindi sul nemico e da ognuna di esse scaturisce una piccola fiammella nera. Se il rivale non riesce a staccare le piume, le diverse fiammelle si uniranno fra loro facendo bruciare in una specie di rogo nero il malcapitato. Nel caso Ahmir punti ad una zona ben precisa del corpo o dell'armatura nemica può concentrare l'attacco delle piume su quel punto.
Plumed Armor - Le piume sulle tre code dell'armatura si allungano, attorcigliandosi attorno al corpo di Ahmir fino a creare una vera e propria armatura sull'armatura, tale da attutire gli attacchi nemici di natura tangibile.

Edited by Killer Aiacos - 14/6/2012, 16:05
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